Manuela Pigna
Dopo aver letto "Training in love" non potevo non lanciarmi sul precedente romanzo di Manuela Pigna. Una decisione che mi ha premiata perché "Che Dio me la mandi buona" è un romanzo davvero piacevole. La storia racconta di Viola, laureanda alla ricerca di un lavoro, che ha un gruppo di amiche spassosissime tanto quanto la famiglia, piuttosto sopra le righe.
Vi, come la chiamano gli amici, è dotata di un'ironia innata che le fa affrontare le cose in maniera piuttosto divertente, aspetto importante dal momento che ci saranno alcune situazioni nel corso del libro che meriteranno una buona dose di sangue freddo ed ironia. Fra lavori da far fuggire anche i più stacanovisti, soprannomi divertentissimi e vicende sentimentali, Viola affronterà il passaggio da studentessa a lavoratrice trascinandoci in una serie di situazioni divertenti. A fare da sfondo alle avventure della protagonista e delle sue amiche Varese, l'hinterland milanese e i pub.
L'autrice non ha tralasciato neppure i sentimenti facendoci conoscere un francesino davvero niente male, che - confesso - quando parla nella lingua materna fa perdere la testa pure a me.
Il libro racconta molto bene il passaggio fra vita scolastica e mondo del lavoro, un periodo che ricordo anch'io come molto particolare, perché ci si trova dopo tanta attesa a fare i conti con quel futuro che per tutto il periodo degli studi si guarda come ad un punto di partenza, ma che spesso non è così tutto rosa e fiori come ci si immaginava.
Il libro racconta molto bene il passaggio fra vita scolastica e mondo del lavoro, un periodo che ricordo anch'io come molto particolare, perché ci si trova dopo tanta attesa a fare i conti con quel futuro che per tutto il periodo degli studi si guarda come ad un punto di partenza, ma che spesso non è così tutto rosa e fiori come ci si immaginava.
Molto carino e divertente!
Posta un commento