Recensione: Anna con tutti

«Nessun uomo ha il diritto di ridurre una donna in queste condizioni. Tu, Anna, non hai colpe, te ne devi convincere»

Anna con tutti
di Alessandra Alioto e Rosalba Repaci
Frilli


Trama
Il Maresciallo De Scalzi ama le donne, le considera il sesso forte, pur riconoscendo che sono ancora bistrattate e, per questo, bisognose di protezione. Quando Anna, una cara amica di sua sorella, lo chiama chiedendo aiuto, lui non esita a intervenire. Lei è una donna di quarant’anni che conosce il significato della parola violenza, ne porta i segni sul corpo e nel cuore. Le cicatrici dell’anima sono indelebili, ma Anna sta tentando di rinascere dalle ceneri, come una fenice. Le botte del marito, perpetrate negli anni, non hanno fermato il suo bisogno di riscatto da una vita senza rispetto. La scrittura l’ha aiutata, è stata la mano che l’ha sollevata dal pozzo di disperazione nel quale lui l’aveva gettata. Per lei, scrivere è catartico. Inaspettatamente il suo romanzo erotico diventa un successo editoriale. Il prezzo da pagare per il suo trionfo, però, è troppo alto e Anna si ritrova nuovamente in un vortice di minacce, paura, violenza e morte. Massimo De Scalzi, in questa seconda indagine, inciamperà in una realtà di malvagità nascoste, di segreti e di persecuzione. La sua anima non ne uscirà indenne.





Eccoci alla seconda avventura del Maresciallo Massimo De Scalzi, già noto ai lettori affezionati al duo Alioto-Repaci, che sono uscite con il secondo romanzo che ha come protagonista il Carabiniere. Il titolo è «Anna con tutti», Fratelli Frilli editore.


Anna è una donna molto fragile, anche quando eravamo ragazzine si è sempre sentita un brutto anatroccolo e la sua famiglia, con quella madre prepotente e perfida, non l’ha mai sostenuta e apprezzata.


Anna Molinari è una quarantenne fiorista genovese che ha passato gli ultimi anni della sua vita sottomessa fisicamente e psicologicamente ad un marito possessivo e violento. Fino a che decide di dire basta e grazie all’aiuto della sua migliore amica Claudia si convince a sporgere denuncia.

De Scalzi aveva comprato un vassoio di pasticcini che teneva in un sacchetto appeso al polso, perché la sua moto Guzzi 850 Le Mans, per lui solo Teodora, non aveva bauletto e non era intenzionato ad aggiungerlo: avrebbe rovinato la linea della moto.


Massimo De Scalzi è un Maresciallo dei Carabinieri a Genova, una sorella gemella (Claudia), una fidanzata umana (Costanza, veterinaria), e una a due ruote (la sua adorata moto Teodora). Ligio e scrupoloso nel suo dovere di pubblico ufficiale, quanto buono e rispettoso nei rapporti umani, e pure un po’ impacciato. Ha quel sesto senso che solo i migliori possiedono, che gli fa perseguire le strade giuste nello svolgimento delle sue indagini.

Tra sorsi di vino ghiacciato e manciate di mandorle, persa nei suoi pensieri, auspicando una creatività più generosa, non si era resa conto di aver bevuto più di mezza bottiglia. […] Anna aveva sfilato la sua felpa da casa rimanendo in pantaloni e reggiseno e aiutata da un’idea spuntata all’improvviso si era trasformata in Chantal, la protagonista di quello che sarebbe diventato il suo primo romanzo erotico di successo.


È da questo libro, La regina del piacere di Morgana Oro, pseudonimo (infelice) che Anna sceglie per nascondersi dietro le sue parole, che nasce tutto: le minacce, la paura. Ma anche la sua seconda vita. Anna trova nella scrittura il mezzo attraverso cui rinascere e riscoprirsi ancora donna e ancora viva.

Ieri mattina ti ho vista uscire dalla libreria in via Venti. Sembravi felice. […] I miei dubbi si sono dissipati: sei tu l’autrice della Regina del piacere.

Qualcuno scopre la sua vera identità, iniziano le minacce e i tentativi di farle del male. De Scalzi è sempre pronto ad aiutarla.

Appena scesa dall’auto di Mattia aveva visto Rocco che stava andando ad aprire il bar; incontrandoli insieme a quell’ora, lo zio di Mattia non aveva potuto far altro che intuire la verità.


Mattia è un giovane fisioterapista di venticinque anni che, nonostante la differenza di età, fa breccia nel cuore di Anna e lo fa tornare a respirare. Ma lo zio Rocco non ne è troppo lieto…

Non ti nascondo che aver scoperto Anna sotto questa veste ha stupito molto anche me, ma ritengo che, per lei, sia stata un’esperienza catartica.

Lettere di minaccia fisica e sessuale, incidenti che si riveleranno tentativi di omicidio, una famiglia che la guarda dall’alto in basso, un ex-marito che non riesce a rigare dritto, un nuovo amore da cui ripartire. Questa è la vita di Anna. Questo è il filo conduttore che ci accompagna lungo questo romanzo.

Lei mi ha in un certo senso salvato dai miei fantasmi. Voglio credere che tutto ciò che riguarda noi due sia un disegno abbozzato da mia madre e che da lassù lei li stia completando, unendo i puntini, per ottenere finalmente giustizia. 

Temi importanti sono affrontati in questo terzo libro dall’Alioto e dalla Repaci: la violenza sulle donne, fisica e mentale, tanto combattuta quanto ancora all’ordine del giorno, ma anche quella sui bambini, che fa venire i brividi solo a pensarci. Famiglie che invece di proteggere e insegnare, nascondono e feriscono.
Un giallo “alla Frilli” che appassiona per i suoi protagonisti, per le ambientazioni e la trama, dove nulla è mai come ci aspettiamo e a ogni sospetto che nasce in De Scalzi corrisponde un brivido che scende lungo la nostra schiena e ci fa rimanere con il fiato sospeso.
Personaggi con definite caratteristiche psicologiche e relazionali. Un De Scalzi, soprattutto, che ritroviamo esattamente come ce lo ricordavamo: duro nel suo lavoro ma compassionevole con chi cerca il suo aiuto.
La scrittura delle “ragazze” è scorrevole e come sempre ci si stupisce della loro capacità di unire i loro pensieri e le loro parole, come se la mano che scrive fosse una sola, come solo due anime unite e complementari come le loro possono riuscire a fare.
Mi piace concludere con la dedica che le autrici hanno voluto indirizzare ai loro figli a inizio libro, condensazione di ciò che è il messaggio che scorre lungo tutte le 140 pagine:

Ai nostri figli, con immenso amore, con l’augurio di essere rispettati, sempre, con la preghiera di essere rispettosi, nonostante.


- Annalisa - 


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